Buonconvento Hotel - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
 Oltre al caratteristico Borgo e alle mura Senesi è interessante visitare il Palazzo Liberty Ricci-Socini che testimonia lo sviluppo dell’architettura del primo Novecento a Buonconvento, e il Museo d’Arte Sacra della Val d’Arabia che conserva, dipinti senesi risalenti al XV-XVI e XVII secolo, arredi liturgici e numerose sculture in legno e in marmo. Il borgo all'interno è attraversato da nord a sud da via Soccini, in ricordo dell'antica famiglia che contava tra i suoi membri un paio di eretici, contestatori nel XVI secolo di alcune dottrine della Chiesa.
 La via in cui nacque, si può dire, il "socianesimo", è anche la più nobile di Buonconvento, quella su cui si affacciano i palazzi del potere e dei maggiori possidenti.
 Innanzitutto, il Palazzo Podestarile con la torre civica a pianta rettangolare del secolo XIV e i due archi gotici che si aprono sulla facciata, su cui si contano 25 stemmi in pietra degli antichi podestà.
 S'incontrano poi il Palazzo Comunale con la bella fronte in mattoni e l'imponente Palazzo Taja, costruito tutto in mattoni nella seconda metà del '700 da una nobile famiglia. Sul lato sud la facciata è mossa da un grande balcone con ringhiera in ferro lavorato, sormontato da una meridiana solare.
 Di fronte c'è Palazzo Borghesi, risalente al XIV secolo, appartenuto a un'antica famiglia senese i cui stemmi sono sulla splendida facciata.
 Vicino si nota il Palazzo del Glorione, in passato proprietà dello Spedale di Santa Maria della Scala che vi aveva ricavato un ospedale e un ospizio, dato che di qui passava la Via Francigena. Ora al piano terreno ha sede il Museo della Confraternita della Misericordia, con l'interessante Oratorio di S. Sebastiano, databile XVI secolo (da notare il cancelletto di ferro battuto, piccolo gioiello di artigianato).
 Di fronte si trova la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, anch'essa con bella facciata in mattoni. Le sue attuali forme classicheggianti sono il frutto del restauro settecentesco. Una piccola pietra marmorea inserita nella muratura sul lato sinistro della facciata, raffigurante una croce, porta incisa la data del 1103, che potrebbe corrispondere all'anno di fondazione.
 Nel borgo antico vi sono altre due vie importanti, una dalla parte di levante chiamata via del Sole e l'altra sul lato di ponente detta via Oscura, entrambe comunicanti con via Soccini e come questa pavimentate con lastre di pietra.
 In via del Sole i fabbricati hanno una tipologia più modesta, in quanto fino agli anni '30 vi abitavano famiglie di vetturali, barrocciai, addetti ai trasporti delle merci. Il tratto iniziale di via Oscura è caratterizzato da un insieme di sovrappassi con archi a tunnel intermittenti che creano atmosfere di chiaroscuro. Questo scorcio è chiamato "chiasso buio" ed è la zona più caratteristica, con una parte della strada a selciato medievale.
 A 9 Km. Da Buonconvento si trova l’Abbazia di Monte Oliveto maggiore risalente al 1313 d.c.
 Il Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia a Buonconvento
 Il Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia è ospitato nelle sale del Palazzo Ricci, che si presentano finemente decorate con motivi floreali caratteristici dello stile liberty.
 Il Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia raccoglie numerose opere d'arte provenienti dalle chiese del territorio, dividendosi in tre sezioni relative a altrettanti periodi storici.
 La prima sezione è dedicata alla pittura senese del Trecento e Quattrocento. Tra le numerose opere è possibile ammirare una "Annunciazione" di Andrea di Bartolo (1419-1457), una "Madonna col Bambino" di Duccio di Buoninsegna (1255-1319), una "Incoronazione della Vergine", una "Madonna col Bambino" di Sano di Pietro (1406-1481), una "Madonna col Bambino" di Pietro Lorenzetti (1280-1348) e una "Madonna col Bambino e due Angeli" di Luca di Tommè (1330-1390).
 La seconda sezione comprende capolavori di pittura senese realizzati tra il Quattrocento e il Cinquecento, tra i quali le tavole di Bartolomeo di David raffiguranti "Immacolata Concezione, Santi Profeti e Angeli" e quelle di Pietro di Domenico raffiguranti la "Assunzione della Vergine", un dipinto di Matteo di Giovanni (1430-1495) raffigurante una "Madonna col Bambino e Angeli" e un altro di Benvenuto di Giovanni (1436-1518) raffigurante una "Annunciazione e Santi". La sezione include anche numerosi oggetti preziosi di oreficeria tra i quali una navicella costruita su probabile progetto di Pietro Lorenzetti (1280-1348).
 La terza nonchè ultima sezione del Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia riprende pregevoli pitture secentesche tra le quali una "Madonna col Bambino in Trono e Santi" di Francesco Bartalini, una "Circoncisione" di Giovan Paolo Pisani, una "Immacolata Concezione e Santi " e "Cristo incoronato di spine" entrambe dipinte da Rutilio Manetti (1571-1639), i "Misteri del Rosario" di Stefano Volpi e infine un ciborio raffigurante la "Pietà" dipinto da Ventura Salimbeni (1567-1613).
 Il Museo Etnografico della Mezzadria senese del' 900, ubicato nel centro storico del comune di Buonconvento, occupa i locali tardo seicenteschi di un vecchio granaio padronale conosciuto come la Tinaia del Taja.
 L'edificio fu costruito a ridosso delle vecchie mura di cinta del paese, tanto che il tracciato murario trecentesco è ancora perfettamente riconoscibile sia sulle pareti esterne che, in parte, all'interno della struttura, nel punto di innesto con un corpo aggiunto ottocentesco utilizzato come scuderia.I lavori di restauro hanno teso a conservare e valorizzare l'antica struttura mantenendo inalterati non solo gli spazi ma gli stessi elementi costruttivi. Inaugurato nel Settembre 2002, il museo, di proprietà del Comune, è stato realizzato grazie ai finanziamenti della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, della Regione Toscana e dell'Unione Europea, coordinati dall'Assessorato alle Culture dell'Amministrazione Provinciale di Siena.
 Il museo, si propone di documentare e far rivivere un mondo ormai scomparso, quello della mezzadria, attraverso foto d'epoca, oggetti originali, passi letterari, musiche, canti,  filmati e documenti d'archivio, il tutto presentato e gestito da apposite postazioni multimediali. Il percorso è un viaggio che rievoca, in maniera attenta e puntuale, ambientazioni e testimonianze di un complesso sistema sociale ed economico nel quale hanno vissuto la maggior parte delle famiglie toscane fino alla metà del 1900.